Lo spettacolo si ispira stilisticamente alla tradizione zingara alsaziana, dal padre fondatore DJANGO REINHARDT alle varie contaminazioni che fino ad oggi hanno reso vitale e “moderno” lo swing-manouche. I contenuti autoriali e strumentali collocano il concerto in una dimensione odierna mentre il tipo di strumentazione (acustica) comunica una sensazione di sapore retrò “sempreverde”.
Su questo binario a cavallo fra la tradizione zingara europea, lo swing d’oltreoceano e la canzone d’autore italiana , si produce un’alchimia nuova ed originale, un suono che strizza l’occhio al mediterraneo, fra il filologico e l’innovativo, fra la ricerca stilistica e la creazione, aspetti questi che pongono lo swingtet per continuità, curriculum e discografia, gruppo di riferimento in Italia per il genere, unico ad oggi ad aver partecipato al più importante festival francese dedicato a Django: “Samois sur Seine”. L’ingresso del clarinettista Nico Gori, conosciuto a livello internazionale, conferisce alla formazione un notevole valore aggiunto.
Lo “Swingtet” è per Maurizio Geri il fulcro di un lavoro che è cominciato diversi anni fa e che con il progetto in questione entra nel vivo di un nuovo sviluppo. Maurizio Geri, orientando la sua ricerca strumentale e musicale verso il magistero del grande Django, lo ha fatto nel modo “migliore”: frequentando e studiando la musica e i musicisti manouche, suonandoci insieme, vivendoci a contatto e imparando da loro, ma senza rinunciare a se stesso e alle proprie radici. Ha cioè praticato la lezione di Django non solo e non tanto sulla chitarra e sul repertorio, ma soprattutto in quella dialettica tra originalità e adesione che ha fatto del grande Reinhardt il modello indiscusso e primo per diverse generazioni di musicisti creativi europei non accademici.
Le musiche dello Swingtet testimoniano al meglio, insieme alle varie interviste di Geri, l’approccio appassionato e libero, rigoroso e aperto, che ha contraddistinto il lavoro del gruppo, in particolare la collocazione del contributo di Django in un contesto articolato di jazz, musiche da ballo e improvvisazione, un contesto pienamente europeo ma attentissimo alla storia migliore della canzone e del jazz italiano, oltre che a quella musica popolare toscana e mediterranea che è stata il suo primo amore e la sua palestra di strumentista e autore. (L.Pallini)
Sono usciti a suo nome cinque cd dal titolo Manouche e dintorni (Felmay 1998), A cielo aperto (Visage 2001), Ancora un ballo (Radar 2007) , Tito tariero (Matson 2013) e Swing a sud (Visage 2015). Attualmente, oltre Maurizio, lo Swingtet è composto da:
Nico Gori (clarinetto), Nicola Vernuccio (contrabbasso), Francesco Greppi (chitarra), Giacomo Tosti (fisarmonica) ma in passato hanno suonato nel gruppo anche: Leonardo Boni (chitarra), Klaus Lessmann (clarinetto) Chris Brashear (violino), Enzo Biordi (fisarmonica), Daniele Mencarelli (contrabbasso), Ruben Chaviano Fabian (violino), Paolo Ghetti (contrabbasso), Emanuele Parrini (violino), Claudia Tellini (voce).
- Maurizio Geri: chitarra, voce
- Nico Gori: clarinetto
- Francesco Greppi: chitarra
- Giacomo Tosti: fisarmonica
- Pippi Dimonte: contrabbasso
Discografia
- Manouche e dintorni (Felmay 1998, fy 8010)
- A cielo aperto (Visage 2001, ristampa TRJ 2011-0029)
- l’Uovo di Colombo (Delta 2004, TRI 001)
- Ancora un ballo (Egea/Radar 2007, Radar 40005)
- Tito tariero (Matson 2013, 99570)
- Swing a sud (Visage 2015, VM 3006)